Passa in silenzio, nel mezzo di quest’estate rovente e pandemica, il controricorso dell’Ue sulla cd ‘Tassazione dei porti’ italiani. A luglio scorso (01.07.2021), la Commissione Ue ha presentato al Tribunale dell’Unione Europea il controricorso (causa T-166/21 AdSP del Mar Ligure Occidentale e altri), rilevando punto per punto le non sussistenza del ricorso italiano presentato nell’aprile 2021dalle Autorità di Sistema Portuale e di Assoporti.
L’Europa invitava l’Italia ad abolire da parte delle AdSP l’esenzione dal pagamento dell’imposta Ires. Per le AdSP l’esenzione dell’imposta sul reddito non rappresenterebbe un aiuto di Stato incompatibile con le norme vigenti.
Non si comprende l’accanimento ‘giuridico’ da parte della Commissione Ue nei confronti dell’Italia, visto che non esiste una normativa unica a livello dell’Unione: gli Stati membri hanno previsto modelli di sistemi di gestione ed organizzazione della governance del settore portuale molto diversi tra loro e l’Italia ha da sempre preferito un modello di gestione pubblicistico, mentre in altri Paesi, quali ad esempio di Francia, Belgio e Olanda (a cui la Commissione ha inviato analoghe decisioni circa il regime di tassazione), esistono delle società per azioni che gestiscono commercialmente gli scali e talvolta svolgono operazioni e servizi portuali. Per la Commissione Ue l’esenzione dall’Ires a favore delle AdSP costituisce un regime di aiuti esistente, incompatibile con il mercato interno. La Commissione ha poi ordinato anche alle Autorità italiane di porre fine a tale regime di aiuti, chiedendo di abolire l’esenzione Ires a favore delle AdSP.
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Sito web Il Nautilus
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